La povertà, spesso, è causa di discriminazioni. Discriminazioni che non risparmiano nessuno, nemmeno i bambini. È esattamente quanto accade in questo grande Paese: ti stai chiedendo se esistono ancora le caste in India?
Le caste e l’induismo
Nell’induismo, l’anima si reincarna continuamente in nuove persone. E diventa più o meno pura in base alla virtù dimostrata durante la vita terrena. Il grado virtù dell’anima si manifesta nella casta di appartenenza della persona.
La società indiana era divisa in quattro caste:
- Brahmana, i sacerdoti;
- Ksatriya, i guerrieri;
- Vaisya, mercanti e artigiani;
- Sudra, i servi.
A queste quattro, bisogna aggiungere i dalit, anche conosciuti come paria o intoccabili. Se un individuo nasceva in una casta “alta”, significava che nella sua vita precedente si era comportato in maniera virtuosa. Se, invece, nasceva in una casta “bassa”, allora si era comportato in maniera disdicevole.
Si apparteneva per tutta la vita alla casta in cui si nasceva. L’unico modo per “passare” a una casta superiore era adempiere i propri doveri in quanto membro di una casta e attendere la successiva reincarnazione.
Ufficialmente…
…il sistema delle caste è stato abolito nel 1947, anno in cui l’India ha ottenuto l’indipendenza. Da allora, non è più consentito discriminare una persona in base alla sua presunta casta di appartenenza.
Ufficiosamente…
…le cose stanno in maniera molto diversa. Perché, anche se la legge le ha abolite, le discriminazioni di casta sono ancora una realtà in India, in particolare nelle zone rurali del Paese.
Come dimostra la storia del piccolo Santosh. Faceva parte della casta dei dalit. A scuola, lui e gli altri bambini dalit dovevano sedersi all’ultima fila, ritirare il pranzo a parte, restare separati dagli altri bambini delle caste più “alte”.
Una situazione che rappresenta una grave violazione dei diritti umani. Ma si tratta anche di una situazione che, grazie al tuo aiuto, possiamo cambiare.
Fonte immagine: ActionAid.org.uk