02 Aprile 2019

Emergenze sanitarie: parte il piano quinquennale OMS

L’Assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito un piano quinquennale di azioni che dovranno risolvere le emergenze sanitarie nel mondo entro il 2023. L’obiettivo è definito “il triplo miliardo” poiché il piano mira a migliorare la vita di un miliardo di persone in più e si sviluppa in tre punti principali: estendere la copertura sanitaria, garantire una maggiore protezione dalle emergenze sanitarie e, infine, promuovere le buone pratiche per la prevenzione della salute.

Contro le emergenze sanitarie in 10 punti principali

Le tematiche toccate dal piano sono principalmente dieci: l’inquinamento atmosferico, le malattie non trasmissibili, l’influenza globale, le situazioni fragili e vulnerabili, la resistenza antimicrobica, l’ebola e altri agenti patogeni, il potenziamento dell’assistenza sanitaria primaria, le vaccinazioni, il dengue e l’HIV.

Inquinamento e malattie non trasmissibili

Le malattie correlate all’inquinamento atmosferico sono già una realtà. 9 persone su 10 respirano aria inquinata ogni giorno e questa danneggia i polmoni, il cuore e il cervello, causando malattie come cancro, ictus, infarto e problemi polmonari, alla base del 70% dei decessi in tutto il mondo.

Nei paesi in via di sviluppo, il 90% di questi decessi è dovuto a emissioni dell’industria, dei trasporti, e dell’agricoltura, ma anche semplici fornelli e combustibili sporchi nelle case. Uno degli obiettivi è migliorare questo trend, perché si prevede che tra il 2030 e il 2050 saranno 250 mila persone a morire a causa del cambiamento climatico per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore.

Influenza globale

Ci si aspetta un’altra pandemia influenzale, che non si sa quando né dove colpirà. L’Oms ha già a disposizione una task force pronta a rilevare il ceppo influenzale e attivare le azioni antivirali, specialmente nei paesi in via di sviluppo.

Situazioni fragili e vulnerabili

Le catastrofi naturali sono alla base delle crisi prolungate presenti in determinati luoghi del mondo, che coinvolgono 1,6 miliardi di persone (il 22% della popolazione globale). In questi paesi le emergenze sanitarie sono un problema serio e lasciano tantissime persone senza accesso alle cure.

L’assistenza sanitaria primaria

Spesso inoltre il primo contatto che avviene attraverso l’assistenza sanitaria primaria non è all’altezza del compito, che sarebbe quello di fornire un’assistenza completa, accessibile e basata sulla comunità per tutta la vita. Questo avviene soprattutto nei paesi a basso e medio reddito che mancano di risorse e coperture adeguate.

Ebola, Dengue e HIV

Un altro punto caldo è quello dell’Ebola e degli altri agenti patogeni: nel 2018 la Repubblica Democratica del Congo ha sopportato due diverse epidemie di Ebola che hanno colpito più di un milione di persone. La zona è interessata da catastrofi naturali e conflitti, l’ennesima dimostrazione che l’ebola colpisce aree urbane densamente popolate e dove la situazione politica è in grave crisi. Il 2019 sarà l’anno di azione sulla preparazione per le emergenze sanitarie, e comprende azioni per la ricerca e lo sviluppo prioritario di vaccini e trattamenti per Ebola, febbre emorragiche, Zika, Dengue, e altre malattie capaci di creare gravi epidemie. Prevenzione è invece la parola chiave contro l’HIV, che causa ancora un milione di morti l’anno.

I no-vax fanno parte delle minacce alla salute globale

La tabella di marcia dell’Oms prevede anche una strategia che migliori l’accesso ai farmaci e ai vaccini per tutti. Le malattie prevenibili come il morbillo sono uno dei problemi in crescita in questo contesto, tanto in crescita da rischiare di vanificare tutta la strada fatta finora. I vaccini prevengono 2-3 milioni di morti l’anno, che potrebbero salire di un ulteriore milione e mezzo se solo le coperture vaccinali aumentassero.

Tra le altre minacce prioritarie c’è anche la resistenza agli antibiotici. Per risolvere le emergenze sanitarie in molte zone del mondo, l’Oms continuerà il suo sforzo per permettere ai sistemi sanitari di rilevare e rispondere prontamente alle epidemie, e offrire servizi sanitari che aiutino nell’immunizzazione.

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