Alluvioni, siccità, cicloni, significano raccolti distrutti, pascoli dimezzati, povertà crescente, intere comunità costrette ad emigrare in cerca di cibo e acqua. Questa è la situazione del Kenya oggi e di molti territori del Sud del mondo, che stanno pagando un prezzo altissimo a causa di fenomeni meteorologici sempre più estremi, e non solo.
Il riscaldamento globale e la siccità
Secondo l’Emergency Event Database, a partire dal 1900, i disastri naturali hanno provocato un totale di quasi 2.300.000 vittime. Solo nel 2021, i 432 eventi estremi registrati hanno causato oltre 10mila morti e danni per 252miliardi di dollari. In un solo anno. Inoltre, la deforestazione che coinvolge molti territori del Sud del mondo non migliora la situazione, perché ha conseguenze sia sulla temperatura del suolo che sulla qualità del terreno. A causa della siccità in Kenya gli agricoltori hanno perso il 90% del proprio bestiame, e le dighe sono al momento completamente prosciugate. Questo ha causato molti morti e l’aumento delle migrazioni ambientali, ovvero movimenti di persone che devono abbandonare la propria terra perché maggiormente esposta al rischio di essere interessata da un evento climatico estremo come inondazioni, tempeste o, appunto, siccità (fonte: Report IPCC).
Chi vive nelle aree più povere del pianeta è sottoposto a un rischio maggiore di chi abita in una zona più sviluppata, soprattutto per le concause che rendono ancora peggiori gli effetti dei fenomeni atmosferici estremi, ovvero l’altissima densità demografica, la bassa qualità delle infrastrutture e la maggiore difficoltà a gestire gli effetti economici di un disastro naturale sul territorio.
I disastri ambientali hanno effetti secondari a lungo termine che comprendono disoccupazione, perdita di turisti, interruzione dei collegamenti stradali e aerei, peggioramento delle condizioni di salute per l’inquinamento delle falde e, conseguentemente, aumento della povertà.
Povertà in Kenya
Kenya, Somalia ed Etiopia sono tra i Paesi che stanno soffrendo di più gli effetti del cambiamento climatico, e questo comporta gravi conseguenze sulla vita delle persone che vivono in questi Paesi.
Le origini e le cause della povertà sono molte e variano nel tempo, ma hanno fattori che le esasperano. La presenza di guerre e conflitti è una di queste. Tra le altre cause della povertà ci sono i retaggi del colonialismo e della schiavitù, ma anche boom demografici e analfabetismo. L’esclusione sociale e la discriminazione sono altri due fenomeni che impediscono a intere comunità di accede a diritti civili, politici e sociali, restando così marginalizzate.
Nell’Africa Subsahariana la povertà arriva a toccare picchi del 60-70%. Questo significa innanzitutto che un numero elevatissimo di persone soffre la fame. Quando manca l’acqua, le scorte di cibo si esauriscono velocemente e il terreno diventa incoltivabile. Il bestiame, le mandrie e le greggi, semplicemente non possono sopravvivere, così come gli agricoltori e i pastori, e le loro famiglie. Perdere il 90% del bestiame per un Paese in cui buona parte dell’economia nazionale è basata sugli allevamenti, significa per la popolazione affrontare gravi periodi di carestia (fonte: Our World in Data).
L’assenza di cibo, acqua e lavoro portano all’emergere di fenomeni come la malnutrizione, l’emigrazione forzata, la prostituzione. Le falde acquifere inquinate, inoltre, causano il proliferare di malattie della povertà (tubercolosi, malaria, infezioni respiratorie, malattie diarroiche per fare qualche esempio).
Il nostro intervento in Kenya
Avere acqua potabile e sicura da bere è un diritto umano inalienabile, che però ancora oggi viene negato a una persona su tre nel mondo. Noi di ActionAid lavoriamo per costruire pozzi e infrastrutture idriche come quella di Iloshon, nella contea di Kajiado, che approvvigiona d’acqua circa 2000 famiglie. ActionAid in collaborazione con Geopop racconta attraverso un reportage come si affronta il problema della siccità in Kenya coinvolgendo i bambini in una lezione di scienze proprio sul tema dell’acqua.
L’accesso all’acqua non è l’unico diritto per cui lottiamo. In Kenya abbiamo contribuito a costruire scuole in cui i bambini possano sentirsi al sicuro e dove possano costruirsi un futuro migliore. Garantire ai bambini del Sud del mondo il diritto all’istruzione è infatti uno dei nostri obiettivi primari.
Nelle scuole ci impegniamo anche per dare ai bambini gli strumenti per convivere con la siccità nella vita quotidiana. Un esempio virtuoso di questo sono i Junior Farmers Club, dove i bambini e i ragazzi imparano a coltivare piante che possano dare loro sostentamento anche in condizioni di aridità gravi come quelle in cui vivono. Aiutaci anche tu a portare avanti questi progetti: dona ora!