Recarsi al lavoro, andare a scuola, prendere un autobus, fare un giro al mercato. Queste azioni per molte di noi banali sono gesti proibiti per molte donne del Sud del mondo.
Spazi urbani caratterizzati da forte criminalità, mancanza di infrastrutture, ambienti insalubri e percezione stereotipata del ruolo della donna, danno origine a un’esclusione di queste ultime dalle normali attività di vita quotidiana.
Il Dossier La città proibita – Le donne e lo spazio urbano ha lo scopo di illustrare, attraverso le storie emblematiche di alcune donne del Sud del mondo, le difficoltà di queste ultime nello svolgere una vita normale all’interno delle città in cui vivono.
Al degrado esterno, molto spesso si unisce un’auto-emarginazione data dalla paura di violenze e molestie, che conducono ad un circolo vizioso dal quale sembra impossibile uscire.
Tikdem, Cleonice, Furaha, sono solo alcune delle protagoniste di queste storie di sofferenza ed esclusione sociale.
Aiutare tutte le donne a prendere consapevolezza delle proprie possibilità e dare loro i mezzi necessari per poter usufruire dei propri diritti è la cosa fondamentale da fare per uscire da questo tunnel. È necessario però che tale consapevolezza nasca fin da subito, dalla prima infanzia e per fare ciò è necessario il contributo di tutti.
Un contributo che ha un nome: adozione a distanza. Con questo piccolo gesto è possibile realizzare progetti che cambieranno la vita di una bambina nata in uno dei Paesi più poveri del mondo. Solo in questo modo le future giovani donne potranno rivendicare i propri diritti. Come il diritto ad avere un’esistenza dignitosa.