10 Novembre 2016

donne che non si arrendono

Donne picchiate, emarginate, mutilate. Donne alle quali è negato ogni diritto, che devono guardare in faccia incubi come fame, povertà e malattie, che subiscono carestie, siccità e inondazioni. Ma anche donne che non si arrendono. Come queste cinque.

Asna Hamo (Kenya)

storie di adozione a distanza: Asna Hamo

Fino al 2008, la sua era stata una vita normale. Poi sono arrivate la spaventosa siccità e la conseguente carestia che hanno messo l’Africa in ginocchio. La mancanza d’acqua ha distrutto i raccolti e ucciso il bestiame. I suoi figli non avevano da mangiare. Suo marito, dal momento che non riusciva a guadagnare abbastanza, si è dato all’alcol e ha lasciato il villaggio.

Asna Hamo non si è arresa. Non poteva, visto che aveva i suoi bambini da sfamare, crescere e accudire. Ha subito cercato di darsi da fare, di lavorare, di impegnarsi per guadagnare abbastanza, per far fronte alla carestia e alla siccità. C’è riuscita grazie all’aiuto dell’adozione a distanza.

Barsha (Nepal)

storie di adozione a distanza: Barsha

In un Paese che sta ancora facendo i conti con le conseguenze dello spaventoso terremoto del 2015, Barsha, una ragazza che vive nella comunità di Bisnukantipur, non riusciva a sfamare i suoi bambini. Se la situazione non fosse cambiata, ben presto sarebbe stata costretta a prostituirsi.

Barsha non si è arresa. Ha ripreso a studiare e ha superato gli esami di decimo livello, l’equivalente del diploma in Italia. Adesso vuole specializzarsi nell’insegnamento. Per due motivi: costruire un futuro migliore per i suoi bambini e aiutare tante altre ragazze come lei.

Fatma (Siria)

storie di adozione a distanza: Fatma

Circa quattro anni fa, quando i bombardamenti su Damasco s’intensificarono, la sua casa fu distrutta. Fatma, tra mille difficoltà, riuscì ad arrivare a Baalbeck, in Libano, insieme a sua madre. Per lei, donna senza un marito (aveva intrapreso la strada per l’Europa), era difficile sopravvivere in un Paese così “tradizionalista”.

Fatma non si è arresa. In Siria, tagliava i capelli alle sole donne. In Libano, ha imparato a radere e tagliare i capelli agli uomini. Adesso lavora come un vero barbiere.

Hassana (Nigeria)

storie di adozione a distanza: Hassana

Quando scoprì di avere l’HIV, la sua vita cambiò completamente. Perché anche suo marito ne era affetto. L’uomo la cacciò di casa e le portò via la bambina, impedendole di vederla. Da un giorno all’altro, Hassana si ritrovò, letteralmente, senza niente. Per una donna nelle sue condizioni, vivere in Nigeria non è per niente facile.

Hassana non si è arresa. Dopo anni di battaglie legali, ha di nuovo una vita. Ha di nuovo una casa e può vedere la sua bambina. Adesso, è un avvocato e si batte perché le donne vedano i propri diritti garantiti.

Sabita (Bangladesh)

storie di adozione a distanza: Sabita

Solo chi ha vissuto le sue stesse tragedie può capire. Perché il Bangladesh è un Paese colpito ogni anno da devastanti disastri naturali: inondazioni, cicloni, siccità. Una catena senza fine di raccolti e case distrutte. In molti hanno deciso di scappare.

Sabita non si è arresa. E non è scappata dal distretto di Patuakhali. Ha seguito un corso di formazione per imparare a guidare la sua comunità e a ridurre rischi e conseguenze durante i disastri naturali. Nel 2013, quando il ciclone Mahasen ha colpito la sua comunità, ha lavorato ininterrottamente per tre mesi salvando decine di vite.