11 Giugno 2025 - 
lavoro minorile discariche

ActionAid e Progetto Happiness di nuovo insieme per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dello sfruttamento minorile. In occasione del 12 giugno, giornata mondiale contro il lavoro minorile, il nuovo documentario ci porta questa volta in Ghana e più precisamente nella discarica di Agbogbloshie.

Dopo il primo documentario sui bambini del Bangladesh sfruttati nelle fabbriche del fast fashion, e quello relativo ai bambini delle miniere di Diamanti in Sierra Leone, Giuseppe Bertuccio d’Angelo ha incontrato i bambini che ogni giorno vivono letteralmente immersi nei rifiuti che da tutto il mondo arrivano a casa loro.

Il reportage, disponibile qui, racconta le loro giornate e quelle di un’intera città che è ormai fusa con la discarica più grande del mondo; ci parla di condizioni igieniche precarie, povertà, pericoli per la salute, ma anche di voglia di riscatto e di come Actionaid, attraverso l’accesso all’istruzione, si batta ogni giorno per offrire a queste comunità un’alternativa.

Tutto ha inizio nelle società del consumo

Siamo ad Agbogbloshie, una zona suburbana nel cuore della città di Accra, capitale del Ghana, tristemente nota non solo per essere la discarica di rifiuti elettronici più grande del Mondo, ma anche per essere uno dei luoghi più inquinati della Terra.

Qui i rifiuti non arrivano da chi questi posti li abita, ma dai Paesi più ricchi, dall’Occidente in particolare, che spesso eludendo i controlli e approfittandosi della corruzione locale, riversano in Africa tonnellate di rifiuti spacciandoli per oggetti ancora utilizzabili, da aggiustare o ricondizionare. La verità è che l’iperconsumismo porta molte società, compresa la nostra, a produrre una quantità di rifiuti insostenibile che sarebbe troppo costoso smaltire in modo legale e maggiormente etico.

Agbogbloshie e Old Fadama: una terra devastata da criminalità e inquinamento

Prima della nascita della discarica e della baraccopoli, quest’area naturale era un’oasi verde attraversata dal fiume Odaw. Pensarci adesso fa impressione: calore, fumo, polveri sottili, aria irrespirabile e un fiume nero pieno di plastica e rifiuti, questa è oggi la situazione in cui più di 40 mila persone vivono ogni giorno.

Tra la discarica e la baraccopoli non c’è più soluzione di continuità e tutti respirano lo stesso veleno, lo stesso gas tossico che fa ribollire la superficie del fiume che divide Agbogbloshie da Old Fadama. Da una parte si brucia e dall’altra si commercia e si vive in condizioni terribili di malsanità e pericolo.

La Metal Police: i bambini che lavorano nella discarica per pochi spiccioli

Li chiamano poliziotti del metallo: gruppi di bambini che per pochi soldi cercano resti metallici da poter rivendere. Sono vere e proprie squadre di cercatori, i più grandi coordinano i più piccoli e cercano di evitare liti e problemi per tenerli fuori dai guai.

Mawoli e i suoi amici lavorano tutti qui, cercano di stare assieme e uniti e a fine giornata giocano a carte, anche se spesso questo vuol dire avvicinarli fin da piccolissimi al gioco d’azzardo, un ulteriore modo in cui vengono sfruttati facendo leva sulla speranza di racimolare qualche soldo in più.

“Mio padre non ci ha più chiamati, ecco perché sono finito qui. Vorrei andare ancora a scuola ma i soldi non bastano” - Mawoli

I bambini ad Agbogbloshie lavorano a mani nude, spesso scalzi, tra rottami e fluidi tossici e altamente pericolosi. Spesso si tagliano e ci mettono molto tempo a guarire, altre volte si bruciano con gli acidi rilasciati da vecchie batterie. Terra, aria, acqua: qui tutto è contaminato a livelli talmente alti da essere fuori dalle normali classificazioni. Mani e piedi di questi bambini sono ricoperti da una patina nera di metalli pesanti.

Giuseppe chiede quali sono i loro sogni, cosa vorrebbero fare se potessero andarsene da lì. Tutti rispondono più o meno la stessa cosa: studiare, trovare un altro lavoro, magari diventare un calciatore, ma comunque guadagnare abbastanza per prendersi cura della propria famiglia e dei propri amici.

Le scuole di ActionAid come ripartenza per il loro futuro

In questi luoghi caratterizzati da condizioni di vita così precarie, è incredibile vedere quanto la scuola possa allargare i sorrisi di questi bambini. ActionAid parte proprio da qui per dare un’alternativa alle comunità e ai bambini. La scuola diventa punto di incontro oltre che accesso all’istruzione, un riferimento ed una guida per permettergli di immaginare un futuro diverso e avere gli strumenti per intraprendere un percorso differente da quello che la povertà tende a riproporre in un circolo vizioso e ingiusto.

“L’adozione a distanza non è beneficenza. È giustizia. È ridare un pezzo di futuro che gli era stato negato” - Giuseppe

Adotta un bambino a distanza, e sostieni i progetti di ActionAid per dare a questi bambini un futuro e la speranza di seguire i propri sogni.