15 Settembre 2016

discriminazione delle donne in Afghanistan

Come descrivere la condizione delle donne in AfghanistanO meglio, come descrivere le discriminazioni che sono costrette a subire ogni giorno?

Per raccontare questa situazione, possiamo riportare cinque numeri. Ognuno dei quali parla di un diritto negato.

  1. Matrimoni forzati. I matrimoni in Afghanistan, nel 60-80 per cento dei casi, sono forzati. Inoltre, le spose sono costrette a contrarre matrimonio quando sono ancora molto giovani. Circa una donna su quattro (tra i 20 e i 24 anni di età) ha dato alla luce un bambino prima di compiere 18 anni.
  2. Violenza. Nei primi sei mesi del 2012, 1.051 donne hanno subito violenza. I casi di violenza, sempre nei primi sei mesi del 2012, sono stati 3.331: questo significa che le donne hanno subito violenza più volte nel periodo considerato. La forma più comune è la violenza sessuale, che di solito avviene all’interno delle mura domestiche. Alcuni casi di violenza sono stati così gravi da indurre le donne a suicidarsi.
  3. Istruzione. Secondo alcune stime, solo il 13 per cento delle donne afghane sa leggere e scrivere. Un problema che comincia quando sono bambine e ragazze. Nel 2012, nella scuola secondaria c’era una bambina ogni due bambini. Nella scuola terziaria, c’era una ragazza ogni quattro ragazzi. Questo significa che in Afghanistan si preferisce far studiare i maschi.
  4. Lavoro. Nel 2008, le donne rappresentavano il 65 per cento della forza lavoro totale impiegata nell’agricoltura. Inoltre, hanno un ruolo di primaria importanza nelle esportazioni di prodotti non agricoli. Eppure, solo pochissime donne possiedono la terra che coltivano o il bestiame che allevano.
  5. Rappresentanza in politica. Per il 42 per cento dell’elettorato afghano, i seggi elettivi in parlamento dovrebbero essere assegnati unicamente a uomini. Solo il 35 per cento degli uomini è a favore della parità della rappresentanza di genere nel parlamento (contro il sessanta per cento delle donne).

Dati: Genderindex.org (Organisation for economic co-operation and development)