Nei trenta articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani, le Nazioni Unite, nel 1948, hanno elencato i diritti che dovrebbero essere garantiti a tutti. Qui, vogliamo soffermarci, in particolare, sugli articoli 1 e 2. E sulle loro implicazioni.
Articolo 1 – Uguaglianza
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
È il punto di partenza della Dichiarazione universale dei diritti umani. Ma, più che un punto di partenza, in molti casi si tratta di un punto di arrivo. Perché non a tutte le persone sono riconosciuti i diritti che spetterebbero. E la Dichiarazione universale dei diritti umani nasce proprio con lo scopo di ricordarlo.
Articolo 2 – Non discriminazione
“Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione”.
Invece, al giorno d’oggi, sono diverse le forme di discriminazione che vengono ancora messe in atto nel mondo. Ad esempio:
- In India, nonostante il sistema delle caste sia stato ufficialmente abolito, le comunità dalit sono costrette ai margini della società;
- In molte comunità, soprattutto tra le più povere del pianeta, alle donne sono negati diritti come istruzione, lavoro e salute;
- E i diritti fondamentali sono negati anche ai bambini, che ne pagano le conseguenze peggiori.
“Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità”.
Questo passaggio completa l’articolo 2. Che equivale a dire: non bisogna discriminare una persona semplicemente perché nel suo Paese di origine vigono leggi e usanze diverse dalle nostre. La comprensione è il punto di partenza per una civile convivenza.
Fonte immagine: ActionAid.org.uk