Negli anni, nei decenni, sono sempre stati diversi i contributi internazionali mirati a un solo, importantissimo obiettivo: difendere i diritti dei bambini. Come la Dichiarazione dei diritti del fanciullo. La quale, spesso, viene confusa con altri documenti, anch’essi fondamentali.
Facciamo un po’ di chiarezza.
Dichiarazione dei diritti del fanciullo (1924-1959)
La Dichiarazione dei diritti del fanciullo propriamente detta è stata stilata e firmata dalla Società delle Nazioni nel 1924. In seguito ai disastrosi avvenimenti della prima guerra mondiale, il mondo intero sentì il bisogno di sancire quelli che dovevano essere i diritti inalienabili anche dei bambini e degli adolescenti.
La Dichiarazione dei diritti del fanciullo si compone di dieci principi. Il più importante e significativo è sicuramente il primo: a tutti i bambini devono essere riconosciuti tutti i diritti elencati nel documento, come protezione, amore e comprensione. Questo documento è vincolante, se non dal punto di vista giuridico, sicuramente da quello morale.
Con l’istituzione dell’Onu, la dichiarazione fu approvata il 20 novembre 1959.
Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia (1989)
Alla Dichiarazione dei diritti del fanciullo seguì, anni dopo, un altro documento, per certi versi ancora più importante: la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, anch’essa firmata il 20 novembre dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Composta da 54 articoli e da tre protocolli opzionali, la Convenzione, in maniera ancora più dettagliata e approfondita, elenca tutti i diritti che devono essere riconosciuti al fanciullo, inteso come qualunque individuo che abbia un’età inferiore ai 18 anni. Si tratta di un punto di riferimento internazionale per tutti gli Stati firmatari, che si impegnano a rispettare quanto riportato nel documento.
Dichiarazione universale dei diritti umani (1948)
Infine, anche la Dichiarazione universale dei diritti umani riserva una menzione speciale per i bambini. Innanzitutto, ogni articolo riportato vale per chiunque, indipendentemente dall’età. E poi, il comma 2 dell’articolo 25 recita:
La maternità e l’infanzia hanno diritto a speciali cure e assistenza. Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
Fatta la necessaria chiarezza, un fatto resta: da sempre, in ambito internazionale non è mai mancato l’impegno per fare in modo che i diritti dei bambini sia rispettati. Lo stesso impegno che ci mettiamo anche noi.
E quale periodo migliore di questo per dare il proprio contributo? Adotta un bambino a distanza: a Natale fai un gesto d’amore, regala un futuro a un bambino del Sud del Mondo.
Fonte immagine: Sheldon Moutrie/ActionAid.org.uk