L’emergenza umanitaria dei rifugiati Rohingya non fa che peggiorare. Più di 907.000 persone, di cui il 65% donne, sono fuggite dalle persecuzioni in Myanmar per rifugiarsi nel vicino Bangladesh, dove ormai i campi profughi sono al collasso perché stanno contenendo il corrispettivo di una città come Napoli.
Cos’è la crisi Rohingya?
Il martirio di questo popolo è iniziato negli anni ’70, con persecuzioni e violenze che hanno portato i primi esodi dei Rohingya in Bangladesh, precisamente a Sud del Paese nella città di Cox’s Bazar. Ma l’esodo di massa è scaturito dalle ben documentate violazioni dei diritti umani che hanno subito in Myanmar, culminate nelle violenze dell’agosto 2017 quando l’esercito del Myanmar ha rastrellato le armate dei Rohingya e ha costretto le Onlus che lavoravano nei territori di questo popolo a sospendere le operazioni.
È così che siamo arrivati alla situazione di emergenza in cui ci troviamo oggi. Oggi, c’è un popolo intero che non ha una casa né un posto in cui tornare. Vive in campi profughi attrezzati il meglio possibile, è formata da uomini, donne e bambini, che sono arrivati esausti, affamati e senza possedere più niente, dalle scarpe a qualche soldo. I Rohingya che arrivano nei campi del Bangladesh in cerca di protezione scappano da violenze sessuali, uccisioni, matrimoni forzati e gravidanze giovanili derivate da stupri.
Quale aiuto ha portato ActionAid?
Grazie ad ActionAid Bangladesh siamo riusciti a portare il nostro aiuto nella maggior parte dei campi profughi Rohingya: Cox’s Bazar, Mainneghona, Monerghona.
Abbiamo distribuito riso, lenticchie e acqua potabile per circa 8000 famiglie. E abbiamo portato a tutte le donne dei campi il sostegno che molto spesso non ricevono: in queste situazioni drammatiche i problemi di igiene e salute correlati al periodo del ciclo femminile passano spesso in secondo piano. È per questo che il 26 e il 27 dicembre 2017, con il sostegno di UN Women, abbiamo iniziato la distribuzione di Kit igienici e coperte a 7895 famiglie nel solo campo di Monerghona.
Le donne, le ragazze, le mamme, sono queste le priorità che ci siamo dati. Perché la situazione è allo sbaraglio. I rischi di violenza non finiscono nei campi profughi, e quelle che arrivano sono già mutilate nel corpo e nello spirito. Noi le proteggiamo con supporto psicologico e medico, e oltre 20 gruppi di sorveglianza sparsi nelle varie comunità. Gruppi di oltre 200 persone guidati da donne che proteggono donne come Sitara, scappata dal Myanmar con le sue 8 figlie, camminando sotto la pioggia per giorni e temendo per la loro incolumità.
Nel campo di Cox’s Bazar lavora una dei nostri eroi, Fatema. Fornisce supporto psicologico e medico alle donne che hanno subito violenza in Myanmar. Con i nostri volontari, ha costruito nel centro di Cox’s Bazar 6 strutture dove solo alle donne è permesso entrare, per condividere, stare al sicuro, imparare a essere padrone della loro vita.
Come vengono utilizzate le donazioni ad ActionAid?
Da quanto è iniziata la crisi, abbiamo raggiuto 70.000 rifugiati Rohingya nella sola città di Cox’s Bazar e abbiamo creato e organizzato venti aree attrezzate per riuscire a coprirne le esigenze.
Abbiamo costruito pozzi e tubature per la fornitura di acqua potabile e bagni, abbiamo organizzato gruppi per la gestione autonoma di queste risorse, abbiamo distribuito vestiti e scarpe.
Le donazioni volontarie ad ActionAid hanno finanziato tutto questo. Siamo lontani da una soluzione alla crisi, i Rohingya hanno tutt’ora bisogno di cibo, assistenza, kit per l’igiene, e noi stiamo lavorando ogni giorno per rendere tutto questo possibile. Puoi aiutare anche tu con una donazione per i Rohingya.