29 Novembre 2023

acqua non potabile conseguenze

Bere acqua non potabile espone a gravi rischi per la salute. Nei Paesi in via di sviluppo l’acqua potabile è difficile da trovare e raggiungere per moltissime popolazioni, che sono costantemente esposte alle conseguenze legate al consumo di acqua non potabile. L’acqua è vita. Il nostro corpo ne ha bisogno per garantire il funzionamento dei nostri organi, garantisce l’igiene anche del cibo che consumiamo, e ci tiene lontani dalle malattie.

Bere acqua non potabile: cosa succede?

Bere acqua non potabile comporta gravi rischi: significa essere esposti a batteri patogeni, virus e protozoi parassiti che entrano in circolo nel nostro corpo e causano malattie. Le persone che bevono acqua contaminata, si lavano o si bagnano con essa, possono entrare in contatto con questi agenti patogeni che, in certe zone del mondo, possono anche portare alla morte.

Febbre tifoide, colera, epatite A o E sono alcune delle malattie che si rischia di contrarre attraverso il consumo di acqua non potabile. E questo è tra i motivi principali per cui nei Paesi del Sud del mondo sono proprio queste malattie a causare le peggiori epidemie.

Acqua non potabile: conseguenze del contagio

Il primo contagio avviene attraverso le feci quindi a causa di una carenza di igiene: troviamo le cause nell’acqua stantia o contaminata. Questo, può portare a malattie anche solo con un contatto o con il suo utilizzo per lavare gli alimenti.

Il colera, ad esempio, è una delle malattie più diffuse nei Paesi che soffrono di mancanza di acqua potabile e vivono in scarse condizioni igieniche. Il 94% dei casi di colera sono in Africa, a causa dell’alto tasso di inquinamento dell’acqua e la mancanza di strutture sanitarie adeguate. I governi non fanno molto per risolvere questa situazione, anche se comporta danni a tutta l’economia. L’Epatite A è un’altra malattia che passa attraverso l’acqua non potabile, ed è talmente diffusa in alcune zone del mondo da essere considerata endemica, ovvero diffusa nella popolazione che ha spesso sviluppato un’immunità. Per questo colpisce soprattutto i turisti che visitano i Paesi in via di sviluppo, ai quali è sempre consigliato effettuare vaccini contro colera, tifo, ed epatite A, prima di partire.

Diritto all’acqua, un diritto fondamentale

Le Nazioni Unite hanno sancito la giornata mondiale dell’acqua nel 1992, quando hanno incluso l’accesso all’acqua potabile e pulita tra i diritti fondamentali dell’essere umano. 2,2 miliardi di uomini, donne e bambini, non hanno ancora accesso all’acqua potabile e sono costretti a percorrere chilometri per raggiungere la prima fonte d’acqua sicura.

Secondo le Nazioni Unite, 3,5 miliardi di persone non hanno ancora accesso a servizi igienico-sanitari che garantiscano una gestione sicura delle acque reflue e dei rifiuti umani al fine di proteggere la salute pubblica e l’ambiente.

2,4 miliardi di persone vivono ancora oggi in Paesi caratterizzati da una situazione di stress idrico, dove l’accesso all’acqua potabile non è garantito alla popolazione. I Paesi maggiormente colpiti da questa situazione si trovano in Africa Subsahariana.

A questa drammatica situazione si aggiungono inoltre due fattori: la crisi climatica, che peggiora la situazione già drastica di siccità presente in questi Paesi, e l’incremento della popolazione mondiale, che sfiorerà i 9.7 miliardi nel 2050.

Il diritto all’acqua potabile è uno dei diritti fondamentali uomini, donne e bambini, e ActionAid lavora da oltre 30 anni in 45 Paesi nel mondo per garantirlo. In particolare, ActionAid porta avanti importanti attività di formazione nelle comunità, per sensibilizzare le persone sul giusto utilizzo dell’acqua, sulla prevenzione delle malattie legate all’utilizzo di acqua non potabile. Allo stesso tempo, è a fianco delle autorità locali per richiedere ai Governi assistenza su questo tema importante, con l’obiettivo di predisporre nuovi pozzi e impianti idraulici per dare accesso all’acqua pulita a sempre più persone e famiglie. Tutto questo è possibile anche grazie all’adozione a distanza.

Fonti:

The Sustainable Development Goals Report 2023, United Nations