Presi singolarmente, possono sembrare due problemi nettamente distinti e separati. In realtà, non è così. Perché tra i cambiamenti climatici e la violenza sulle donne nel mondo esiste una profonda, quanto radicata, correlazione. Come dimostrano queste due storie dal Somaliland.
1. Amina
Amina, 11 anni, riesce ancora a ricordare quando, per pascolare il suo bestiame, doveva soltanto arrivare ai verdi pascoli a due passi da casa sua. Questo succedeva prima che il Somaliland, a causa del Niño, vivesse una delle peggiori siccità di tutta la sua storia recente.
Oggi, resta poco del suo gregge di pecore. Ogni giorno, Amina deve camminare per circa quattro ore prima di arrivare a un pascolo. Questo perché anche il suo villaggio sta risentendo delle pesanti conseguenze della siccità.
“Quando cammino tanto per portare le pecore ad abbeverarsi, sento i morsi della fame. Il mio stomaco fa male”.
2. Mariyama
Mariyama è madre di dieci bambini. Per procurare l’acqua per tutta la famiglia, deve camminare per chilometri e chilometri sotto un sole cocente e impietoso. Il viaggio è estenuante. E ha delle gravi ripercussioni sulla salute della donna, già provata dalla siccità e dalla conseguente carestia.
Sua figlia Ferdousa, 15 anni, non poteva sopportare che la madre dovesse reggere tutta quella fatica ogni giorno. Si è quindi offerta di andare lei a prendere l’acqua, così da permettere alla donna di riposare. Ma per Mariyama era impossibile riposare pensando a tutti i pericoli che sua figlia doveva affrontare per andare a prendere l’acqua: tra andata e ritorno, sono circa sei ore di cammino.
“Desidero aiutare i miei figli ma sento che non ne ho le forze: per una madre, è una sensazione terribile. La grande preoccupazione per Ferdousa non mi abbandonava mai. Una ragazza è molto più vulnerabile di un ragazzo. Se mandi tua figlia così lontano per prendere l’acqua, avrai sempre quell’opprimente paura”.
I cambiamenti climatici mettono a rischio la vita di centinaia di donne e ragazze in tutto il mondo. Piogge incostanti, innalzamento del livello del mare e siccità distruggono i raccolti e qualunque altra forma di sostentamento. In queste condizioni, come dimostrano le storie di Amina e Mariyama, le donne devono sopportare uno dei fardelli più pesanti: camminare per ore e ore sotto il sole per prendere l’acqua potabile.
Ma il cammino è lungo. E pieno di pericoli. Lungo il tragitto, donne e ragazzine subiscono spesso violenza. Troppo spesso.
Eppure, per risolvere questo problema c’è una soluzione molto semplice: costruire pozzi d’acqua. Esattamente com’è stato fatto nei villaggi di Amina e Mariyama.
Storie: ActionAid.org.uk
Immagine: Jennifer Huxta / ActionAid