28 Febbraio 2017

bambini intoccabili India

I bambini ritratti in questa foto sorridono. E ci riescono nonostante debbano affrontare una situazione non proprio semplice. Questi bambini, infatti, fanno parte della cosiddetta casta degli intoccabili. Persone che in India, in troppi casi, sono trattate come se non avessero diritto a niente.

I dalit

L’induismo prevedeva che la società fosse divisa in quattro caste, ben distinte e separate tra loro: sacerdoti (brahmana), guerrieri (ksatriya), mercanti e artigiani (vaisya), servi (sudra). Nascere in una casta significava farne parte per tutta la vita. Solo con la reincarnazione si poteva sperare di rinascere in una casta più alta.

Poi, c’erano i dalit. I fuori casta. La traduzione corretta di questo nome è “gli oppressi”. Sono chiamati “gli intoccabili” perché a loro spettavano le mansioni impure. I dalit erano degli emarginati, evitati da tutti e senza alcun diritto.

Fino a questo momento, abbiamo parlato della casta dei dalit al passato. Perché, ufficialmente, il sistema delle caste è stato abolito nel 1947. Ufficialmente. In realtà, i dalit sono ancora vittime di abusi ed emarginazione.

Proprio come è capitato a questi bambini.

La scuola di Theremballi

Questa scuola è frequentata dai bambini delle caste più basse, tra cui i dalit. Questi bambini venivano, letteralmente, ignorati da quelli delle altre caste. Dovevano mangiare in disparte, mettersi in un angolo, farsi da parte quando gli altri bambini giocavano o passeggiavano in cortile.

In particolare, i bambini della scuola di Theremballi non avevano acqua potabile. Non potevano bere, non potevano lavarsi. Non avevano servizi igienici funzionanti a disposizione. Con tutti i problemi, specialmente di salute, che una situazione del genere può comportare.

Un aiuto contro un’ingiustizia

Perché è questa la parola giusta per descrivere la situazione: ingiustizia. Non era ammissibile che ai bambini della scuola di Theremballi fosse negato il diritto all’acqua. Grazie all’aiuto di ActionAid, studenti, insegnanti e genitori si sono ribellati.

E oggi, i bambini della scuola possono sorridere: hanno acqua fresca e pulita.