29 Novembre 2023

bambini delle favelas

È difficile riuscire a immaginare cosa significhi crescere in un posto dove manca tutto, dalle fogne alla corrente. Dove la povertà è la realtà di tutti i giorni. Dove gli scontri tra criminali e polizia sono la normalità. Eppure, questa è la condizione di molti dei bambini brasiliani che vivono nelle favelas.

Sono molti i diritti che vengono negati ai bambini nelle favelas, e le loro storie sembrano già segnate. Ma, per fortuna, non è sempre così.

Manuela

storie di adozione a distanza: Manuela

La piccola Manuela scoperto da subito la realtà della vita nelle favelas. Suo padre e suo fratello sono morti in un incidente d’auto. Manuela abitava con la madre nella Strada numero 2 di Rocinha, una delle favelas più grandi di Rio de Janeiro. Qui, si erano verificate sparatorie tra la polizia e alcune bande criminali. Adesso, Manuela e la madre si sono trasferite a Muzema, a venti minuti da Rocinha.

La madre di Manuela continua però a portare la piccola nel nuovo asilo gestito da ASPA e ristrutturato da ActionAid e CONI che si trova a Rocinha.

“Mi piace molto venire all’asilo” racconta Manuela. “Ora è tutto nuovo e sono così felice! La mia attività preferita è coltivare l’orto e mi piace la frutta. Prima mia mamma doveva pagare per fare capoeira e a volte non poteva; ora è gratis! La sala dove facciamo lezione è tutta colorata e il pavimento è stato rifatto”.

Kainã

storie di adozione a distanza: Kainã

Tanti campioni del calcio sono nati nelle favelas brasiliane. Il sogno di Kainã è diventare altrettanto bravo. Ha 9 anni e vive a Cidade de Deus. Dove ogni giorno è una piccola scommessa. Perché le strade sono pericolose. E perché il campetto dove giocava a calcio con i suoi amici era in condizioni pessime.

“Ora è tutto diverso!” racconta Kainã. “Abbiamo gli spogliatoi e il campo è coperto. Ci hanno comprato anche delle maglie nuove. La prima volta che ho visto il centro ristrutturato ero emozionato e ho pensato: questo è un campo da Olimpiadi! Non avevo mai visto un posto del genere. […] Il mio sogno è giocare a calcio e creare un robot poliziotto che possa fermare la violenza a Cidade de Deus. Non voglio vedere bambini che lavorano o che sono colpiti da proiettili, non voglio che i criminali ci rubino i banchi di scuola”.

Jamile

storie di adozione a distanza: Jamile

Si torna a Rocinha. Dove Jamile ha un sogno: diventare una ballerina. Un sogno che rischia di restare tale, dal momento che le sue condizioni economiche non sono delle migliori.

E Jamile è tra le bambine delle favelas che hanno potuto frequentare un vero asilo.

“Mi piace molto il nostro asilo adesso. È stato rifatto e tutto è più bello. L’aula ora è colorata e in ordine, le sedie sono nuove e abbiamo pure la tv. Anche la mensa è bellissima e i miei cibi preferiti sono il pollo e la banana, ma devo dire che in assoluto la cosa che amo di più mangiare è il dolce che prepara papà con riso e cioccolato. All’asilo giochiamo, usciamo, stiamo con gli amici e facciamo giardinaggio. Ora, infatti, abbiamo un orto!”

Manuela, Kainã e Jamile hanno incontrato chi ha dato loro la possibilità di vivere un’infanzia serena. Ma il Brasile è un Paese che ha ancora bisogno di aiuto.

Oggi puoi fare la differenza, adotta anche tu un bambino a distanza.