Taywah aveva 5 anni. Suo padre, un giorno, andò a fare visita ad alcuni parenti che vivevano in una zona della Liberia chiamata Foya District, in Lofa County. I primi casi di Ebola si verificarono proprio qui. Foya District è dove il padre di Taywah morì a causa dell’epidemia.
Siah, la madre di Taywah, non le disse niente della morte del padre. Invece i vicini conoscevano la verità. Anche se l’uomo non tornò mai da Foya District, i vicini si rifiutarono di avere altri contatti con Taywah e con Siah. La paura del contagio era più forte di tutto.
Con la morte del marito, Siah si trovò nella condizione di dover provvedere da sola alla bambina. Ma era difficile trovare un modo per guadagnare soldi:
- a causa dello stato di emergenza, la Liberia era in ginocchio
- per paura del contagio, erano di fatto emarginate
Siah e Taywah sopravvissero grazie agli aiuti inviati dagli altri parenti. Ma il supporto fu minimo a causa della povertà estrema della Liberia. Madre e figlia si ridussero a vivere in una piccolissima “casa” nella comunità di Saint Paul Bridge. Non avevano elettricità e raramente riuscivano a procurarsi abbastanza da mangiare.
Saint Paul Bridge è a Monrovia, la capitale della Liberia. È lì che Taywah fu trovata dagli aiuti umanitari. La piccola era seduta sotto un porticato di fronte a una casa. Piangeva e stringeva nelle manine una vecchia bambola. Un volontario si avvicinò a lei chiedendole perché stava piangendo.
Questa fu la risposta della piccola Taywah, pronunciata in inglese:
My stomach is not full. I also miss my father very much. Do you know when he will be home?
L’epidemia di Ebola è ufficialmente finita qualche tempo fa. Ma da fare c’è ancora tanto. Perché ci sono tanti bambini e tante bambine, come Taywah, che hanno bisogno di tutto. O, per meglio dire, che hanno bisogno subito di aiuto.