Analfabetismo nei paesi poveri

Saper leggere, scrivere e fare i calcoli, ma anche imparare a utilizzare queste capacità in diversi contesti. Questo è il significato di alfabetizzazione e, come molte cose che diamo per scontate, è un lusso che non spetta a tutti. L’analfabetismo nel mondo è ancora un’emergenza, e i Paesi maggiormente colpiti sono i più poveri, distrutti da guerre e calamità naturali, dove le popolazioni vivono in condizioni talmente precarie che l’istruzione sembra passare in secondo piano.

Sono 120 milioni gli analfabeti nel mondo. Circa 3 giovani su 10 fra i 15 e i 24 anni non hanno mai ricevuto alcun tipo di formazione, e la maggior parte si trova in Paesi con lunghe storie di conflitti, instabilità e povertà. E dire che l’alfabetizzazione rappresenterebbe invece un modo per uscire da tante situazioni di grave disagio: negare ai giovani di queste terre un diritto così importante significa condannarli a rimanere esclusi da molte possibilità di riscatto.

Alfabetizzazione, spesso un diritto negato

Al momento, solo il 3,6% dei finanziamenti umanitari viene devoluto a favore dell’istruzione primaria. Aumentare il tasso di alfabetizzazione è invece un passo fondamentale da compiere, perché essere incapaci di leggere e scrivere o di contare e comunicare, è un ostacolo che impedisce di liberarsi da situazioni di ampia vulnerabilità.

Secondo dati dell’UNESCO il tasso di alfabetizzazione sta migliorando, ma non per tutti: l’Asia Meridionale ospita quasi più della metà degli analfabeti nel mondo, seguita da Afghanistan, Benin, Burkina Faso, Repubblica Centrafricana, Ciad, Costa d’Avorio, Etiopia, Guinea, Haiti, Liberia, Mali, Mauritania, Niger, Senegal, Sierra Leone e Sudan del Sud.

Durante la Gobal Partnership for Education di Dakar, in Senegal, è emerso che nei Paesi più poveri, il 33% delle bambine non riesce a ricevere neanche le basi dell’istruzione, condizione a cui sono obbligati il 24% dei maschi. Nell’Africa Sub-sahariana ad esempio, un’elevatissima percentuale di bambini non può andare a scuola: il 78% in Niger, e addirittura il 98% delle ragazze tra i 7 e i 16 anni in Somalia. Questo significa che, in certi casi, arriviamo a un diritto di base negato a 2 bambini ogni 3 in tantissimi luoghi nel mondo.

Una delle tante cause è che i genitori, anch’essi analfabeti, sono costretti a privare i propri figli dell’istruzione e dell’accesso alla scuola a causa di mancanza di fondi o di bisogno di aiuto dentro casa o di lavorare per garantire la propria sussistenza. Per questo le più colpite sono le bambine: vengono spesso viste dalla famiglia come un peso e date in sposa in tenera età senza alcun mezzo per proteggersi.

La giornata internazionale dell’alfabetizzazione

Il diritto all’istruzione è sancito dalla Convenzione internazionale dei diritti dell’infanzia, firmato dall’Italia nel 1991. Imparare a leggere e scrivere, significa ottenere libertà e accesso a una vita migliore, perché una delle prime garanzie dell’alfabetizzazione è quella di poter conoscere i propri diritti civili e poterli rivendicare. Per questo il tasso di analfabetismo più alto nel mondo è presente in paesi dove ci sono situazioni gravi di disagio, guerre e regimi totalitari. Perché un popolo senza istruzione non riuscirà a rompere il duro ciclo della povertà.

L’8 settembre di ogni anno, con la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione, abbiamo l’opportunità di far emergere e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche legate all’analfabetismo nel mondo. Con l’adozione a distanza puoi essere in prima linea per la loro risoluzione, lottando a fianco di ActionAid per garantire l’istruzione, e la libertà, per tutti.