01 Dicembre 2016

AIDS storie

Oggi è la Giornata mondiale contro l’AIDS. Un momento per sensibilizzare e informare su uno dei più gravi problemi del mondo. Una malattia che, nel 2015, ha provocato un milione e 100mila decessi. Di questi, 110mila erano bambini e ragazzi di età inferiore a 15 anni.

Dietro questi numeri, si celano storie di persone che hanno dovuto subire emarginazione e incomprensione. Come queste tre donne.

1. Hassana (Nigeria)

Quando lei e suo marito scoprirono di avere l’AIDS, la loro vita cambiò completamente. Perché l’uomo le diede la colpa dell’accaduto. La cacciò di casa e le portò via la bambina, impedendole di vederla. Hassana, da un giorno all’altro, si ritrovò sola e senza niente.

Hassana decise di combattere per i suoi diritti. Dopo anni di battaglie legali, ha una casa dove vivere, ha di nuovo la sua bambina ed è diventata avvocato. Adesso è un punto di riferimento per tutta la sua comunità.

2. Alphonsine (Ruanda)

Alphonsine è affetta da HIV, lei e altre persone del suo villaggio. Per questo motivo, la comunità aveva paura di lei.

“Dicevano che saremmo morti” racconta Alphonsine, “e quindi che senso aveva farci lavorare… Non valevamo niente. Aspettavamo solo di morire, non avevamo ambizioni, ci sentivamo soli e avevamo paura per i nostri figli”.

Un giorno, Alphonsine incontrò i volontari di ActionAid, che le diedero semi di qualità e organizzarono dei corsi di formazione. Adesso Alphonsine e le altre persone affette da HIV guadagnano abbastanza fornendo semi di qualità alle cooperative e alle famiglie del villaggio. La cosa più importante è che hanno ricominciato a vivere.

3. Sainey (Gambia)

“Inizialmente” racconta Sainey, “la gente del mio villaggio aveva un’idea sbagliata riguardo all’HIV/AIDS. Si pensava che, una volta diventati sieropositivi, si moriva immediatamente. La formazione che ho ricevuto ha ampliato le mie conoscenze, così sono stata in grado di fornire a tutti una maggiore consapevolezza, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione”.

Sainey è sempre stata molto attenta ai problemi del suo villaggio. In particolare alla questione della diffusione dell’AIDS. Ha deciso di impegnarsi in prima persona. E combattere così l’ingiusta emarginazione alla quale sono condannate le persone affette da HIV.