È un acronimo che da solo mette paura. Potrebbe essere definito come un autentico flagello. Da quando ha fatto la prima comparsa, l’AIDS ha infettato milioni e milioni di persone, soprattutto nei Paesi poveri. E non ha risparmiato nemmeno il Brasile.
La situazione mondiale
- Solo nel 2014, circa un milione e 200mila persone sono morte in tutto il mondo per cause legate all’AIDS.
- Approssimativamente, alla fine del 2014 c’erano 37 milioni di persone che vivevano con l’HIV.
- L’Africa subsahariana è la zona del mondo maggiormente colpita dal problema: si parla di circa 26 milioni di persone affette da HIV, quasi il settanta per cento del totale mondiale.
- Si stima che, attualmente, solo il 54 per cento delle persone affette da HIV è consapevole di esserlo.
La situazione in Brasile
Con più di duecento milioni di abitanti, il Brasile è uno dei Paesi più popolosi del mondo. Le persone che vivono con l’HIV sono, in media, 830mila.
Sono quasi tutte persone di età superiore ai quindici anni. Quasi 300mila sono donne. Nel 2015, i decessi per cause legate all’AIDS sono stati 15mila. Mentre 100mila è il numero di bambini resi orfani da questa malattia.
Vivere con l’AIDS
Non è semplice. I problemi di salute diventano insormontabili. In Brasile, una delle aree dove la povertà estrema si fa sentire di più, la popolazione più povera non può permettersi le necessarie cure. Spesso, non esistono nemmeno strutture sanitarie adeguate alle quali rivolgersi.
C’è anche un altro problema: la discriminazione. I malati di AIDS sono visti come degli appestati. Sono quindi emarginati dal resto della comunità. A volte, dai loro stessi familiari.
Una soluzione c’è
Anzi, ce ne sono diverse. Combattere l’AIDS in Brasile significa fornire farmaci antiretrovirali, mettere in atto campagne di sensibilizzazione, promuovere l’utilizzo dei normali metodi contraccettivi. Come possiamo fare tutto questo? Grazie all’adozione a distanza: prendersi cura del bambino e della sua comunità dà la possibilità ad ActionAid di promuovere queste azioni sul territorio.
Dati: Unaids.org | Who.int