30 Gennaio 2015

agricoltura sostenibileVantaggiosa per gli agricoltori, economicamente sostenibile, socialmente giusta. Questa è l’agricoltura sostenibile. Quanto di più lontano possa esistere dal concetto di agricoltura intensiva. Quanto di più giusto si possa fare se vogliamo risolvere il problema della fame nel mondo.

 

La globalizzazione che si dimentica dei contadini

Anche i mercati agricoli sono stati globalizzati. Spesso con conseguenze non positive per i contadini, specialmente nei Paesi più poveri del mondo. Proprio i piccoli contadini, la vera spina dorsale della produzione agricola mondiale, oggi si trovano in condizioni di povertà. Basti pensare che il 70% dei poveri vive nelle aree rurali del mondo.

 

La minaccia di una agricoltura intensiva

Con questo termine si indica un tipo di agricoltura che mira a ottenere il massimo rendimento per ettaro. Per fare ciò, vengono utilizzati concimi e pesticidi chimici, sementi selezionate, macchinari di vario genere, serre, silos. Questo sfruttamento intensivo, in sostanza, impoverisce il terreno.

 

Il land grabbing e l’Africa

Una piaga che colpisce in particolar modo l’Africa, ma non solo. La domanda di biocarburanti è in costante aumento. Per sopperire a tale domanda, le aziende dell’agribusiness si impossessano di grandi porzioni di terreno, togliendolo ai contadini e alle popolazioni locali. I terreni vengono utilizzati per coltivare intensivamente prodotti che poi serviranno per la produzione di biocarburanti.

 

Le conseguenze per l’ambiente e il territorio

Un’agricoltura di tipo intensivo ha anche delle pesanti ripercussioni sull’ambiente. Inoltre impedisce l’accesso alla terra alle comunità che vivono in un determinato territorio, e questo si traduce spesso in un aggravamento delle condizioni di povertà in cui vivono tali comunità.

 

L’agricoltura sostenibile è l’unico modo per evitare tutto questo. Un’agricoltura che sia vantaggiosa per le comunità e allo stesso tempo rispettosa dell’ambiente e del territorio. Un qualcosa di cui hanno bisogno specialmente le zone più povere del mondo. E, grazie al tuo sostegno, possiamo fare molto.