Le chiamano malattie della povertà. Ovvero malattie che si manifestano in particolari condizioni legate alla povertà: mancanza di cibo, mancanza di acqua potabile, assenza di strutture sanitarie. Il tributo a queste malattie, ogni anno, si conta in vite umane. Eppure la soluzione sarebbe, semplicemente, garantire l’accesso ai farmaci essenziali anche nei Paesi poveri.
Disponibilità di farmaci essenziali nei Paesi poveri
È ancora molto, troppo bassa. Nelle middle-income countries, ovvero i Paesi a reddito medio, la disponibilità di farmaci essenziali nel servizio sanitario pubblico è appena del 46%. Nelle low-income countries, ovvero nei Paesi più poveri del mondo, questa percentuale è ancora più bassa: arriva al 37,7%.
La situazione migliora sensibilmente se si considera la sanità privata: in questo caso la disponibilità di farmaci essenziali è del 71,7% nelle middle-income countries e del 70% nelle low-income countries. Ma questo significa anche che i farmaci in questione sono disponibili a un prezzo più elevato. Un costo che soprattutto nei Paesi più poveri del mondo la maggior parte della popolazione non può permettersi di sostenere.
Prezzo dei farmaci essenziali
In alcune low e middle-income countries, spesso i pazienti devono pagare per avere accesso ai farmaci essenziali anche nel settore della sanità pubblica. In questi casi, il prezzo dei farmaci generici può essere anche il doppio rispetto al prezzo internazionale di riferimento.
Come garantire l’accesso ai farmaci essenziali nei Paesi poveri
C’è un modo, e si chiama adozione a distanza. Grazie al tuo contributo potrai garantire una vita migliore a una delle comunità dei Paesi più poveri del mondo. Migliorare le condizioni di vita significa anche mettere a disposizione i farmaci essenziali.
Per adottare un bambino a distanza puoi scegliere tra diverse soluzioni come bonifico bancario e bollettino postale. Inoltre costa poco, solo 82 centesimi al giorno, ovvero appena 25 euro al mese. Un piccolo contributo che può significare tanto per una delle comunità più povere del mondo.
Dati: WHO