03 Maggio 2017

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Ci sono tanti modi per dare il proprio contributo e fare qualcosa per migliorare le condizioni di vita di chi ha più bisogno di aiuto.
Il 5 per mille è uno di tali modi. E, al riguardo, queste sono le risposte alle cinque domande più comuni.

1. Cos’è il 5 per mille?

Si tratta di una forma di finanziamento che viene destinata alle organizzazioni no profit, alle università, agli istituti di ricerca scientifica e sanitaria. Grazie a questo contributo, gli enti interessati possono mettere in atto progetti e iniziative di ricerca, sviluppo o, in generale, di utilità sociale.

2. Come funziona?

Per 5 per mille s’intende una quota dell’imposta IRPEF che un privato cittadino può decidere di donare contestualmente alla dichiarazione dei redditi. Una volta donata, sarà poi lo Stato a ripartirla, come forma di sostegno, a enti di ricerca, ONG e ONLUS che sono presenti in un apposito registro dell’Agenzia delle entrate.

Come già detto, questo contributo servirà ai soggetti beneficiari per mettere in atto programmi e iniziative di vario genere.

3. È obbligatorio?

Il 5 per mille non è assolutamente obbligatorio. Il privato cittadino, in altre parole, ha piena facoltà di decidere se destinarlo o no, e ha piena facoltà, in particolare, di decidere a chi destinarlo.

4. Cosa succede se non viene indicato un beneficiario?

Semplicemente, il 5 per mille resterà nel bilancio dello Stato, che potrà disporne secondo le modalità previste dalla legge.

5. Come donare il 5 per mille?

Destinare il 5 per mille è facile: nel riquadro dedicato al “Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale ecc” (che si trova nel modulo utilizzato per la dichiarazione dei redditi), basta inserire il codice fiscale dell’ente scelto.

Certo, non è obbligatorio. Ma con questo piccolo gesto potrai fare tanto per aiutare chi è nato e vive in alcuni dei Paesi più poveri del mondo.