Nel mondo, ancora oggi, più di 18 milioni di bambini sono costretti a lavorare nel settore del riciclaggio dei rifiuti*, esposti ogni giorno a sostanze tossiche e pericolose. Non giocano, non vanno a scuola, non possono vivere la loro infanzia: passano le giornate tra montagne di spazzatura, spesso provenienti da Paesi privilegiati come il nostro.
Con Giuseppe Bertuccio D’Angelo, reporter del Progetto Happiness e Ambassador di ActionAid, siamo andati in Ghana per dare voce a chi vive questa realtà ogni giorno.
Abbiamo visitato Agbogbloshie, la discarica elettronica più grande al mondo. Qui bambini e adulti recuperano granelli di metallo per guadagnarsi da vivere. È questo il volto del “waste colonialism”, il colonialismo dei rifiuti: una pratica che continua a scaricare il peso della nostra sovrapproduzione su comunità che vivono in contesti di forte disuguaglianza, condannando i più piccoli a un’infanzia fatta di lavoro e sfruttamento.
Oggi questo non è più solo un dato o una denuncia: è un racconto reale, fatto di volti, storie, sguardi.
Da anni, noi di ActionAid ci impegniamo per contrastare il lavoro minorile e costruire alternative concrete: lavoriamo fianco a fianco con le comunità per prevenire lo sfruttamento, sensibilizzando bambini e famiglie, sostenendo la scolarizzazione e promuovendo l’accesso a mezzi di sostentamento dignitosi. Lo facciamo in Ghana, ma anche in Paesi come il Bangladesh e la Sierra Leone, perché il diritto dei bambini a vivere un’infanzia libera dallo sfruttamento è universale.
Solo insieme possiamo cambiare la rotta e restituire a ogni bambino ciò che non dovrebbe mai essergli tolto: il diritto di essere semplicemente un bambino e poter realizzare i propri sogni.
*Children and digital dumpsites: e-waste exposure and child health. WHO; 2021.